Punti chiave
1. Niksen: L’arte olandese di non fare assolutamente nulla.
Niksen è quel momento improvviso, in cui non si ha nulla da fare e non si cerca nemmeno qualcosa di nuovo da fare.
Definire Niksen in modo semplice. In fondo, Niksen è l’assenza di qualsiasi attività o obiettivo specifico. A differenza della meditazione o della mindfulness, che spesso richiedono concentrazione o intenzione, Niksen è semplicemente essere senza uno scopo. Non si tratta di raggiungere uno stato di rilassamento o creatività, ma di concedersi di esistere in un momento senza nulla di programmato o richiesto.
Più di un semplice relax. Pur essendo collegato al rilassamento o al “prendersela comoda”, Niksen si distingue perché manca di un’attività definita come guardare la TV, scorrere i social o leggere. Queste sono distrazioni o modi per “passare il tempo”, mentre Niksen è lo stato puro di non avere nulla da fare e resistere all’impulso di colmare quel vuoto. È quel momento spontaneo in cui si fissa il vuoto fuori da una finestra o si resta seduti immobili senza un’agenda.
Un concetto semplice, ma profondo. La parola olandese “niks” significa “niente”, e “niksen” vuol dire “non fare nulla”. Nonostante la definizione semplice, il concetto porta con sé connotazioni negative nella cultura olandese, spesso associato alla pigrizia o all’essere un “buono a nulla”. Questo giudizio sociale mette in luce la difficoltà di abbracciare la vera inattività senza sentirsi giudicati o doverla giustificare con qualche beneficio.
2. Perché è così difficile non fare nulla nel nostro mondo frenetico.
Quasi nessuno è bravo a non fare nulla, e nessuno riesce a farlo a lungo.
Il bisogno costante di distrazione. La vita moderna ci bombardata di stimoli e aspettative, rendendo incredibilmente difficile fermarsi e non fare nulla. Come osservava Pascal secoli fa, gli esseri umani faticano a stare fermi perché questo li costringe a confrontarsi con il proprio “nulla” e con domande esistenziali, da cui cercano subito di fuggire con attività o distrazioni. I nostri telefoni, i media e le infinite liste di cose da fare offrono vie di fuga sempre a portata di mano.
La pressione sociale a essere sempre “attivi”. Viviamo in una cultura che glorifica l’essere occupati e produttivi. Essere costantemente impegnati è spesso visto come segno di successo, importanza o virtù. Questa convinzione radicata ci fa sentire in colpa o pigri quando non stiamo facendo qualcosa di “utile”, creando una resistenza interna verso il Niksen. Anche i bambini oggi vengono interrogati se sono “impegnati”.
Il paradosso del tempo libero. Nonostante disponiamo di più tempo libero rispetto alle generazioni passate, grazie ai progressi tecnologici e alle settimane lavorative più corte, fatichiamo a rilassarci davvero o a non fare nulla. Al contrario, riempiamo questo tempo con altre attività, obiettivi di miglioramento personale o consumo passivo, perpetuando un ciclo di frenesia che impedisce un vero riposo e fa sembrare il Niksen innaturale o addirittura scomodo.
3. La tirannia della produttività e la paura della noia.
Per la psicologa britannica Sandi Mann, autrice di The Science of Boredom, è “la maledizione del ventunesimo secolo; sembra che più abbiamo stimoli, più ne desideriamo. . . . Stiamo perdendo la capacità di tollerare la routine e la ripetizione della vita quotidiana.”
La noia come nemica. Uno dei maggiori ostacoli al Niksen è la paura della noia. In un mondo saturo di intrattenimento e informazioni, abbiamo perso la capacità di tollerare la quiete o la mancanza di stimoli esterni. Quando non abbiamo nulla da fare, afferriamo subito i nostri dispositivi o cerchiamo attività “vuote” come lo shopping online per alleviare il disagio della noia.
La trappola della produttività. La nostra società associa il valore personale alla produttività e al successo. Ci sentiamo obbligati a ottimizzare costantemente il nostro tempo, imparare nuove competenze, inseguire obiettivi e vivere la “migliore vita possibile”, come se seguissero una lista di controllo. Questa ricerca incessante di miglioramento e validazione esterna lascia poco spazio al vagare senza meta o al semplice esistere senza uno scopo, facendo sembrare il Niksen una perdita di tempo prezioso.
Il ruolo del perfezionismo. La spinta al perfezionismo alimenta ulteriormente la trappola della produttività. Se un lavoro non è mai veramente “finito” perché può sempre essere migliorato, sentiamo di non poter mai fermarci o riposare. Questa pressione interna, spesso guidata dalla paura del giudizio o dal sentirsi “non abbastanza”, rende difficile giustificare il non fare nulla, perché c’è sempre qualcosa che potrebbe essere fatto o perfezionato.
4. Stress, esaurimento e il costo fisico dell’attività costante.
Il nostro stile di vita sta portando a nuove forme di malattie cardiache.
La risposta allo stress del corpo. Sebbene un certo stress (eustress) sia benefico, lo stress cronico è dannoso per la salute. Il nostro corpo non ha evoluto nuove risposte allo stress da milioni di anni, eppure la vita moderna presenta un aumento esponenziale di stress astratti e cronici, come la costante sensazione di non essere all’altezza. Questo disallineamento provoca sintomi fisici come mal di testa, tensione muscolare, irritabilità e dimenticanze.
L’epidemia di burnout. L’incapacità di gestire lo stress cronico e la pressione a essere sempre “attivi” contribuiscono all’aumento di burnout e problemi di salute mentale, anche tra i giovani. Il burnout si manifesta con esaurimento emotivo e senso di impotenza, rendendo impossibile fermarsi e non fare nulla perché la mente è troppo agitata. È un circolo vizioso in cui lo stress riduce la capacità di far fronte, aumentando il carico per gli altri e diffondendo ulteriore stress.
Conseguenze sulla salute fisica. Oltre all’esaurimento mentale, l’attività costante e lo stress incidono negativamente sulla salute fisica. I cardiologi osservano che gli stili di vita moderni favoriscono nuove forme di malattie cardiache, comprese aritmie e infarti in persone più giovani, in particolare donne altamente istruite che gestiscono molteplici responsabilità e faticano a “scaricare” lo stress. L’inattività, spesso conseguenza di stress o stanchezza eccessivi, è anch’essa un grave rischio per la salute.
5. Creare le condizioni per il Niksen: tempo, calma e spazio.
Gli elementi essenziali del niksen sono: tempo, una mente calma e un luogo dove non si venga disturbati.
Tempo senza limiti. La prima condizione cruciale per il Niksen è avere tempo e, soprattutto, liberarsi dal controllo dell’orologio. Niksen non può essere pianificato o inserito in agenda come un altro appuntamento; perderebbe spontaneità ed essenza. Bisogna avere lo spazio mentale per smettere di guardare l’orologio, “perdere” tempo e lasciare che minuti o anche ore passino senza essere governati da scadenze o programmi.
La calma interiore è fondamentale. Una mente calma è indispensabile perché Niksen implica confrontarsi con la quiete, che può risultare difficile se la testa è piena di rimuginazioni, preoccupazioni o distrazioni. Non serve una calma perfetta, ma abbastanza silenzio interiore da non essere sopraffatti da pensieri o stimoli esterni. Serve pratica per accettare che non fare nulla va bene e per resistere all’impulso di riempire il silenzio con attività o autocritiche.
Un ambiente di supporto. L’ultima condizione è trovarsi in un luogo dove ci si sente a proprio agio a non fare nulla senza giudizi o interruzioni. Può essere da soli o con persone che comprendono e sostengono la scelta di sedersi o fissare il vuoto. Il disappunto esterno o la sensazione di essere “osservati” rendono il Niksen molto più difficile, sottolineando l’aspetto sociale di questa pratica apparentemente solitaria.
6. Uno sguardo storico alla nostra resistenza all’ozio.
Non riusciamo a scrollarci di dosso venticinque secoli di non sapere cosa fare del tempo libero.
I sogni medievali del tempo libero. Nel Medioevo la vita era durissima, segnata da fame, malattie e lavoro incessante. Si sognava una terra mitica chiamata Cockaigne (Luilekkerland in olandese), un paradiso dove il cibo abbondava, il lavoro era vietato e l’ozio celebrato. Questa fantasia serviva da fuga dalla realtà brutale e dall’insegnamento della Chiesa che il lavoro era una punizione divina.
L’ascesa dell’etica del lavoro. Nonostante questi sogni, nei Paesi Bassi si sviluppò presto una forte etica del lavoro, alimentata dalla necessità di costruire dighe e commerciare. Questa mentalità mercantile, spesso attribuita erroneamente solo al calvinismo, privilegiava industria e produttività. Proverbi come “Meglio perdere il lavoro che il tempo nell’ozio” riflettono questo valore culturale radicato che vede il non fare nulla in modo negativo.
Il tempo libero come ricompensa guadagnata. Storicamente, il tempo libero era considerato qualcosa da guadagnare con il duro lavoro, un dono per cui essere grati, non un diritto. Questa prospettiva persiste, rendendo difficile per molti abbracciare il Niksen senza sentirsi in debito o non abbastanza meritevoli. Anche quando le settimane lavorative si sono accorciate nei secoli, il tempo guadagnato veniva spesso riempito con nuove attività o industrie, non con il puro ozio.
7. L’economia dell’attenzione: il nemico moderno del Niksen.
In un’economia basata sui dati, la nostra attenzione diventa una merce, e di conseguenza non riusciamo né a concentrarci pienamente né a non fare nulla.
La battaglia per l’attenzione. Viviamo in un’“economia dell’attenzione” in cui le aziende competono costantemente per il nostro focus. La tecnologia, in particolare smartphone e social media, è progettata per essere dipendente, usando principi psicologici per tenerci incollati. Questo crea un flusso infinito di stimoli che rende difficilissimo disconnettersi e semplicemente essere presenti senza distrazioni.
Lavoro non retribuito per i giganti tech. La comodità della tecnologia ha un prezzo: i nostri dati e la nostra attenzione. Ogni ricerca online, clic e scroll genera dati che le aziende usano per pubblicità e profitto. Di fatto, lavoriamo gratis per queste piattaforme, spendendo ore a generare dati invece di avere tempo libero autentico. Questo coinvolgimento costante impedisce sia la concentrazione profonda sia il Niksen senza scopo.
L’assenza di attrito non è sempre un bene. La spinta verso esperienze “senza attrito” – pagamenti facili, intrattenimento istantaneo, comunicazione fluida – elimina ostacoli ma anche momenti di pausa o riflessione. Pur sembrando semplificare la vita, questa facilità costante di accesso agli stimoli rende più difficile resistere alle distrazioni e abbracciare il non fare nulla. L’obiettivo di massimizzare il relax tramite la tecnologia, come descritto in visioni distopiche, non porta necessariamente alla felicità.
8. I benefici inaspettati di abbracciare il Niksen.
Niksen non ha uno scopo preciso ed è per questo che viene percepito come un fenomeno insignificante e irrilevante. Ma forse è proprio questo a renderlo così straordinariamente bello e interessante: sembra banale, eppure in modo sorprendente il niksen ti connette davvero con tutto.
Oltre l’utilità. Pur essendo caratterizzato dalla mancanza di uno scopo, abbracciare il Niksen può avere effetti positivi inattesi. A differenza delle attività orientate a un obiettivo, Niksen permette alla mente di vagare liberamente senza pressioni, favorendo creatività e ispirazione. Idee bloccate durante la ricerca attiva possono emergere nei momenti di quiete senza meta.
Riposo per mente e corpo. Lasciare che i pensieri fluiscano senza cercare di controllarli dà una pausa alla mente affollata, promuovendo calma interiore. Introdurre pause in una giornata frenetica fa bene anche al corpo, aiutando a ridurre stress e le sue manifestazioni fisiche. Il Niksen offre un contrappeso necessario alle continue richieste della vita moderna, anche se non è il suo scopo esplicito.
Libertà economica. Niksen è gratuito. Non richiede attrezzature speciali, luoghi o spese. Anzi, scegliendo di non fare nulla si evita di spendere soldi in attività, shopping o intrattenimento. Abbracciare il Niksen può portare a un cambiamento di prospettiva, rendendoti meno incline a consumare inutilmente e potenzialmente facendoti risparmiare una somma significativa nel tempo.
9. Trovare tempo per il Niksen in un’agenda sovraccarica.
Se vuoi tempo per non fare nulla, devi ritagliartelo nella tua mente.
Mettere in discussione il vanto della frenesia. Il primo passo per trovare tempo per il Niksen è smettere di glorificare l’essere sempre occupati. Spesso ci sentiamo obbligati ad avere agende piene, associando la frenesia all’importanza. Riconoscere che va bene non essere occupati e resistere attivamente all’impulso di riempire ogni momento è fondamentale. Mettere in discussione se ogni attività programmata sia davvero necessaria è un modo potente per creare spazio.
Creare spazio attivamente. Trovare tempo per il Niksen richiede uno sforzo consapevole, soprattutto all’inizio. Può significare liberare intenzionalmente un blocco di tempo, anche solo un’ora o mezza giornata, e impegnarsi a non riempirlo con altri compiti. Si tratta di togliere qualcosa dal calendario e sostituirlo con assoluto nulla, premendo il “pulsante off” prima di arrivare al burnout.
Iniziare in piccolo e crescere. Come per ogni nuova abilità, abbracciare il Niksen richiede pratica. Non aspettarti subito momenti zen di beatitudine. Parti con brevi momenti quotidiani – pochi minuti seduto senza fare nulla, fissando il vuoto o semplicemente osservando l’ambiente senza giudizio. Aumenta gradualmente la durata man mano che ti senti più a tuo agio con la quiete e resisti all’impulso di trovare qualcosa di “utile” da fare.
10. Niksen nella pratica: ovunque, in qualsiasi momento (anche al lavoro).
Il lavoro è il luogo perfetto per un po’ di ozio, anche se sei un chirurgo cardiaco super impegnato, un parrucchiere o un autista di autobus che non può scendere dal volante.
Niksen non ha limiti. Pur essendo utile un ambiente tranquillo, Niksen non è limitato a luoghi o momenti specifici. È uno stato mentale che si può coltivare ovunque. Che tu stia aspettando in fila, viaggiando o anche durante momenti di lavoro, esistono opportunità per brevi pause di inattività se ti permetti di riconoscerle e accoglierle.
Resistenze sul posto di lavoro. L’idea di Niksen al lavoro può sembrare controintuitiva in un ambiente focalizzato sulla produttività. Tuttavia, è impossibile essere “attivi” al massimo per otto ore di fila. Integrare piccoli momenti di inattività senza scopo può aumentare la creatività e prevenire l’esaurimento. Questo può richiedere soluzioni creative, come prendersi qualche minuto in uno spazio tranquillo o lasciare che la mente vaghi durante compiti meno impegnativi.
Lasciar andare l’indispensabilità. Un grande ostacolo al Niksen sul lavoro è la sensazione di essere indispensabili. Credere che tutto crolli se non si è costantemente impegnati è segno di stress e strada verso il burnout. Riconoscere che gli altri possono gestire le cose e concedersi momenti di distacco è essenziale per la sostenibilità a lungo termine e per un rapporto più sano con il proprio ruolo.
11. Imparare dalla noia e dagli approcci di altre culture.
“Ma il niksen è il lato solare della noia,” ha detto.
Il potenziale della noia. Spesso vista come negativa, la noia può essere una porta verso la creatività. Quando gli stimoli esterni vengono meno, la mente si rivolge all’interno, dando spazio a sogni a occhi aperti e nuove connessioni. Abbracciare la noia, invece di alleviarla subito con distrazioni, può sbloccare intuizioni e idee inaspettate, in linea con la visione di Nietzsche che vede la noia come preludio a “venti dan
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FAQ
What is "The Lost Art of Doing Nothing" by Maartje Willems about?
- Explores Dutch concept of niksen: The book introduces and explains "niksen," the Dutch art of doing nothing, as a way to counteract the busyness and stress of modern life.
- Challenges productivity culture: It critiques the societal obsession with productivity, self-improvement, and constant activity, advocating for the value of aimless relaxation.
- Blends humor, history, and science: Willems combines personal anecdotes, cultural history, scientific research, and practical tips to make the case for intentional idleness.
- Aims to inspire lifestyle change: The book encourages readers to reclaim unstructured time, find calm, and embrace moments of purposelessness for better well-being.
Why should I read "The Lost Art of Doing Nothing" by Maartje Willems?
- Counteracts burnout and stress: The book offers practical and philosophical tools to help readers manage stress, avoid burnout, and find more balance in their lives.
- Accessible and relatable: Written with humor and honesty, it resonates with anyone feeling overwhelmed by modern expectations and the pressure to always be "on."
- Cultural insight: It provides a unique look at Dutch culture and how their approach to leisure can be applied globally.
- Actionable advice: Readers receive concrete tips for integrating niksen into daily routines, making the concept both inspiring and achievable.
What is "niksen" as defined in "The Lost Art of Doing Nothing"?
- Literal meaning: Niksen is a Dutch word meaning "to do nothing," specifically the absence of any purposeful activity.
- Not the same as laziness: While often misunderstood as idleness or laziness, niksen is about allowing yourself unstructured time without guilt or a specific goal.
- Distinct from other trends: Unlike mindfulness or meditation, niksen doesn’t require focus or intention—it’s about letting your mind and body simply be.
- Requires practice: The book emphasizes that niksen can be difficult at first due to ingrained habits of busyness, but it becomes easier with time and intention.
How does "The Lost Art of Doing Nothing" by Maartje Willems suggest you practice niksen?
- Three key ingredients: The book identifies time, a calm mind, and a non-judgmental environment as essential for successful niksen.
- Let go of the clock: Niksen can’t be scheduled or forced; it happens when you stop watching the clock and allow yourself to drift.
- Recognize and seize moments: Look for unexpected free time—like a canceled appointment—and resist the urge to fill it with tasks.
- Create supportive spaces: Find or create environments where you won’t be interrupted or judged for doing nothing, whether alone or with understanding company.
What are the main benefits of niksen according to "The Lost Art of Doing Nothing"?
- Mental calm and clarity: Niksen helps quiet the mind, reduce anxiety, and provide a break from constant stimulation.
- Physical rest: It offers the body a chance to recover from the demands of a hectic day, supporting overall health.
- Boosts creativity: Unstructured time allows for daydreaming and spontaneous ideas, often leading to creative breakthroughs.
- Free and accessible: Unlike many wellness trends, niksen costs nothing and can be practiced by anyone, anywhere.
How does "The Lost Art of Doing Nothing" address common obstacles to niksen, like guilt or perfectionism?
- Cultural and personal barriers: The book discusses how societal values equate busyness with worth, making it hard to embrace idleness without guilt.
- Perfectionism as an enemy: Perfectionist tendencies and fear of judgment can prevent people from allowing themselves to do nothing.
- Practical reframing: Willems suggests reframing niksen as a necessary and valuable part of life, not something to be earned or justified.
- Tips for overcoming resistance: The book offers advice like writing down to-do lists to clear mental space and canceling non-essential commitments in advance.
What is the relationship between niksen and other concepts like mindfulness, meditation, or boredom in "The Lost Art of Doing Nothing"?
- Niksen vs. mindfulness/meditation: While mindfulness and meditation involve intentional focus, niksen is about the absence of intention or purpose.
- Boredom as a gateway: The book suggests that boredom, often avoided, can be a precursor to creativity and self-discovery if embraced through niksen.
- Not escapism or distraction: Niksen is not the same as zoning out with TV or social media, which are forms of distraction rather than true idleness.
- Complementary practices: While different, niksen can coexist with mindfulness and meditation, offering another tool for relaxation and self-care.
How does "The Lost Art of Doing Nothing" by Maartje Willems connect niksen to work, productivity, and the modern attention economy?
- Critique of work culture: The book examines how modern work environments and the "attention economy" make it difficult to disconnect and do nothing.
- Bullshit jobs and burnout: It references David Graeber’s concept of "bullshit jobs" and discusses how meaningless work contributes to stress and dissatisfaction.
- Niksen at work: Willems offers practical tips for incorporating niksen into the workday, such as taking micro-breaks or finding moments to unfocus.
- Attention as a commodity: The book warns that constant digital stimulation erodes our ability to rest, making niksen a form of resistance against the commodification of our attention.
What practical tips does "The Lost Art of Doing Nothing" offer for integrating niksen into daily life?
- Start small: Begin with brief moments of doing nothing, like staring out the window or pausing between tasks.
- Minimize distractions: Turn off devices, find a quiet spot, and avoid multitasking to create space for niksen.
- Link to routines: Attach moments of niksen to daily activities, such as waiting for the kettle to boil or during a commute.
- Embrace imperfection: Don’t worry if your mind wanders or if you struggle at first—niksen is about letting go, not achieving a perfect state.
How does "The Lost Art of Doing Nothing" explore the cultural and historical context of niksen?
- Dutch cultural roots: The book traces niksen’s origins in Dutch language and culture, noting both its negative and positive connotations.
- Historical attitudes to idleness: It discusses how, historically, idleness was often condemned as sinful or wasteful, but also fantasized about in myths like the Land of Cockaigne.
- Comparison with other cultures: Willems explores similar concepts in other countries, such as Italy’s "dolce far niente" and Japan’s "shinrin-yoku," highlighting both differences and universal needs.
- Modern shifts: The book situates niksen within contemporary trends like slow living, minimalism, and the backlash against overwork.
What are the key takeaways from "The Lost Art of Doing Nothing" by Maartje Willems?
- Niksen is valuable: Doing nothing is not a waste of time but a vital practice for mental, physical, and creative health.
- Let go of guilt: Overcoming internalized guilt and societal pressure is essential to embracing niksen.
- Small changes matter: Integrating moments of niksen into daily life can have significant positive effects, even if only for a few minutes at a time.
- No goal, just being: The beauty of niksen lies in its purposelessness—its value is intrinsic, not instrumental.
What are the best quotes from "The Lost Art of Doing Nothing" and what do they mean?
- "The best thing about niksen is the absence of a goal. It doesn’t serve a purpose, but it’s wonderful."
- This quote encapsulates the core philosophy of niksen: its value lies in simply being, not in achieving or producing.
- "Niksen is simple. The hardest thing is to simply do nothing."
- Attributed to Dutch soccer player Johan Cruyff (about soccer, but applied to niksen), this highlights that while niksen sounds easy, it’s challenging in a culture obsessed with busyness.
- "You don’t want to get tense—you just kind of play with the thought. And then little ideas start popping up."
- Quoted from John Cleese, this illustrates how relaxation and unfocused time can foster creativity.
- "We’re ready to become the people who love doing glorious nothing. It’s time to go from the disapproving 'Stop being a lazy so-and-so' to the encouraging 'Oh nice, you’re doing nothing!'"
- This reflects the book’s call for a cultural shift in how we view idleness and rest.
How can "The Lost Art of Doing Nothing" by Maartje Willems help me change my relationship with time and self-worth?
- Redefines productivity: The book encourages readers to see value in rest and unstructured time, not just in output or achievement.
- Promotes self-compassion: By normalizing niksen, it helps reduce feelings of inadequacy or guilt associated with not being busy.
- Encourages boundary-setting: It offers strategies for saying no, canceling unnecessary commitments, and prioritizing personal well-being.
- Supports sustainable living: Embracing niksen can lead to a more balanced, less stressful, and ultimately more fulfilling life.
Recensioni
L’arte perduta del non fare nulla riceve recensioni contrastanti, con una valutazione media di 3,19 su 5. I lettori apprezzano l’introduzione al concetto olandese di "niksen" e le illustrazioni accattivanti del libro. Tuttavia, molti trovano il contenuto ripetitivo, poco focalizzato e privo di consigli pratici. Alcuni lodano il messaggio sull’importanza del rilassamento, mentre altri criticano il trattamento superficiale dell’argomento. Diversi recensori segnalano passaggi problematici o irrilevanti. Nel complesso, le opinioni sono divise sull’efficacia del libro nel trasmettere davvero l’arte del non fare nulla.