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Hope

Hope

The Autobiography
di Pope Francis 2025 320 pagine
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Punti chiave

1. La speranza è un viaggio dinamico, non un’attesa passiva, alimentata dalla memoria e dai sogni.

La speranza è innanzitutto la virtù del movimento e il motore del cambiamento: è la tensione che unisce memoria e utopia per costruire davvero i sogni che ci attendono.

La speranza muove all’azione. La speranza non è semplicemente aspettare che le cose migliorino; è una forza attiva che ci spinge avanti. Connette le nostre esperienze passate (memoria) con le aspirazioni per il futuro (utopia) per edificare il mondo che desideriamo. Questa tensione dinamica impedisce la stagnazione e alimenta il cambiamento personale e collettivo.

La memoria sostiene la speranza. Le nostre memorie personali e collettive, anche quelle dolorose, sono brace da cui la speranza può riaccendersi. Ricordare da dove veniamo, le lotte superate e le persone che ci hanno formato ci dona la forza e la prospettiva necessarie per affrontare le sfide presenti e continuare a sognare, anche quando i sogni svaniscono e devono essere reinventati.

La speranza cristiana fiorisce. Per i cristiani, la speranza si fonda sulla certezza che Dio è presente in ogni istante, passato, presente e futuro. Questa fede assicura che ogni cosa è destinata a fiorire, promettendo una primavera eterna in cui la presenza di Dio sarà infine riconosciuta in ogni cosa.

2. L’esperienza dell’immigrazione rivela l’umanità condivisa e la dignità dei poveri.

Chi emigrava spesso affrontava ogni sorta di difficoltà e sacrifici per salire a bordo.

La migrazione è una storia senza tempo. La storia familiare dell’autore, che sfuggì per un soffio al disastro del SS Principessa Mafalda e migrò dall’Italia all’Argentina, mette in luce la lotta universale e la speranza insite nel viaggio dell’immigrato. Milioni hanno lasciato le proprie case in cerca di una vita migliore, affrontando povertà, sfruttamento e la dura realtà di ricominciare in terre sconosciute.

Lotte condivise e resilienza. Le storie di migranti che arrivavano in luoghi come l’Hotel de Inmigrantes a Buenos Aires, confrontandosi con miseria e incertezza, rispecchiano le esperienze dei migranti di oggi. Nonostante le immense difficoltà, queste persone portarono forza, coraggio, perseveranza e fede, contribuendo con i loro talenti a costruire nuove società.

La solidarietà è essenziale. Riconoscere la nostra storia comune di migranti ci chiama alla solidarietà con chi cerca rifugio oggi. L’indifferenza alla sofferenza dei migranti, simboleggiata dalle tragedie in mare o da architetture ostili, è una negazione della nostra umanità condivisa e un fallimento nel rispondere alla domanda di Dio a Caino: «Dov’è tuo fratello?».

3. La guerra è una follia insensata, fonte di ingiustizia e tradimento della fraternità.

La guerra è follia!

La guerra distrugge tutto. Attingendo alle esperienze del nonno nella Prima Guerra Mondiale e alle storie degli immigrati della Seconda, l’autore sottolinea che la guerra è un massacro assurdo, alienante e infine inutile. Distrugge vite, famiglie e il legame di fraternità, lasciando solo un macabro bilancio di morte, ferite e ingiustizia.

L’ingiustizia alimenta il conflitto. Le guerre sono spesso mosse da interessi economici, sete di potere e folli piani geopolitici, a vantaggio dei mercanti di morte mentre i civili innocenti, soprattutto i più vulnerabili, pagano il prezzo più alto. La corsa agli armamenti e la proliferazione delle armi sono sintomi di una profonda ingiustizia e di un tradimento della dignità umana.

La pace richiede coraggio. La vera pace non si ottiene con la violenza o l’aggressione, ma attraverso il dialogo, la negoziazione e la riconciliazione. Richiede il rifiuto della mentalità del «Che me ne importa?» e la coltivazione di umiltà, generosità e gentilezza, a partire dai nostri cuori e dalle nostre comunità.

4. Incontrare gli altri, specialmente i marginali, è essenziale per la crescita umana e cristiana.

Stare vicini, vivere in vera armonia con gli altri, significa non temere nemmeno di entrare nella loro notte.

L’incontro arricchisce la vita. L’infanzia dell’autore nel variegato quartiere Flores, con amici di diverse origini etniche e religiose (ebrei, musulmani), e gli incontri con persone di vari ceti sociali (prostitute, operai, artisti), hanno formato la sua comprensione dell’umanità. Questa «cultura dell’incontro» richiede apertura, rispetto e disponibilità a ricevere dagli altri.

I margini rivelano la verità. La realtà, soprattutto quella umana e sociale, si comprende spesso meglio dai margini che dal centro. Impegnarsi con chi sta ai margini – poveri, malati, emarginati – rivela il vero volto dell’umanità e la presenza di Dio, sfidando i pregiudizi e alimentando la compassione.

Il servizio è incontro. Il vero servizio, come quello dei «cura villeros» nelle baraccopoli di Buenos Aires o delle suore che si prendevano cura di malati e poveri, è sempre un incontro. Significa camminare con le persone, condividere le loro vite e imparare dalla loro saggezza e resilienza, riconoscendo che spesso siamo noi a ricevere più di quanto diamo.

5. La misericordia è l’identità profonda di Dio e la via per i peccatori, offrendo perdono e trasformazione.

Dio ha guardato me con misericordia e mi ha perdonato.

Dio è misericordia. Il motto personale dell’autore, «miserando atque eligendo» (guardando con misericordia e scegliendo), riflette la sua profonda convinzione che l’attributo primario di Dio sia la misericordia. Come nella storia di Matteo il pubblicano, Dio guarda i peccatori con compassione, scegliendoli e trasformandoli nonostante le loro mancanze.

Il peccato è una povertà da redimere. Riconoscersi peccatori è il primo passo per ricevere la misericordia di Dio. A differenza della corruzione, che chiude la porta dall’interno e nega la colpa, il peccato lascia una «fessura stretta» attraverso cui Dio può entrare e guarire. La confessione è una pratica vitale per sperimentare questa misericordia continua.

Il perdono trasforma. Dio perdona con affetto, non solo per decreto. Questo perdono divino ci rende capaci di perdonare gli altri, spezzando i cicli di risentimento e amarezza. Il potere del perdono, dato e ricevuto, è essenziale per la guarigione personale e il rinnovamento delle relazioni.

6. La Chiesa deve essere una comunità aperta e materna per tutti, combattendo indifferenza e clericalismo.

La Chiesa, una casa per tutti, non una piccola cappella che può contenere solo un gruppo di pochi eletti.

La Chiesa è il popolo di Dio. La Chiesa non è una rigida gerarchia o un club esclusivo, ma il santo popolo fedele di Dio che cammina nella storia. È una madre che accoglie e raccoglie tutti i suoi figli, compresi quelli in situazioni irregolari o provenienti da gruppi marginali, senza eccezioni.

La sinodalità è la via. La Chiesa deve essere sinodale, camminare insieme, ascoltarsi reciprocamente e ascoltare lo Spirito. Ciò significa superare il clericalismo, che è una perversione che sostituisce il Vangelo con l’ideologia, e garantire che le voci e i contributi di tutti, specialmente dei laici e delle donne, siano valorizzati e integrati a ogni livello.

Uscire verso le periferie. Una Chiesa autoreferenziale si ammala. Deve uscire continuamente da sé verso le periferie esistenziali e geografiche, portando la «dolce e confortante gioia dell’evangelizzazione» a tutti, specialmente ai poveri e ai sofferenti, invece di aggrapparsi al comfort o a tradizioni superate.

7. Prendersi cura della nostra casa comune e combattere le ingiustizie globali sono imperativi morali urgenti.

Restituire dignità a chi è escluso dalla società, combattere povertà e sfruttamento, prendersi cura dell’ambiente e proteggere la nostra stessa vita sono bisogni che certamente non possono essere separati...

Tutto è interconnesso. La pandemia e la crisi climatica hanno rivelato con chiarezza la nostra interdipendenza e la fragilità del pianeta. Il degrado ambientale, la povertà, lo sfruttamento e le catastrofi sanitarie non sono questioni separate, ma aspetti di una crisi socio-ambientale complessa che richiede un approccio integrato.

L’indifferenza è criminale. L’indifferenza globalizzata permette che massacri, sfruttamento e distruzione ambientale continuino. Ignorare la sofferenza degli altri, siano essi migranti, vittime di guerra o danneggiati dall’inquinamento, è un atto di codardia che danneggia noi stessi e la nostra casa comune.

La pace richiede giustizia. La vera pace è inseparabile dalla giustizia. Richiede di combattere le cause profonde del conflitto, spesso radicate in sistemi economici che uccidono ed escludono, e nell’accaparramento di risorse e potere da parte di pochi. Investire in pace, giustizia e cura del creato è l’unica via per prevenire l’autodistruzione dell’umanità.

8. Umorismo, gioia e umiltà sono vitali per affrontare le difficoltà della vita e connettersi con gli altri.

L’umorismo è un’affermazione di dignità, una dichiarazione della superiorità dell’uomo su tutto ciò che gli accade.

La gioia è un tratto cristiano. Nonostante le inevitabili tristezze della vita, la gioia è un aspetto fondamentale della vita cristiana. Non si tratta di negare i problemi, ma di possedere una forza interiore e una prospettiva che ci permettono di affrontare le difficoltà con coraggio e persino con un sorriso.

L’umorismo è saggezza. Umorismo, ironia e autoironia sono strumenti potenti per mantenere la giusta prospettiva, superare il narcisismo e connettersi con gli altri. Rompono le barriere e rivelano un’umiltà sana, ricordandoci che la perfezione è irraggiungibile e che non dobbiamo prenderci troppo sul serio.

I bambini ci insegnano la gioia. I bambini, con la loro spontaneità, entusiasmo e capacità di ridere, sono modelli di quella gioia e fiducia che gli adulti spesso perdono. Riconquistare la capacità infantile di sorridere e di aprirsi al mondo è essenziale per la pienezza umana e la vitalità spirituale.

9. La speranza cristiana è una certezza invincibile, radicata nell’amore e nella presenza incrollabili di Dio.

La speranza non delude mai.

La speranza non è ottimismo. A differenza dell’ottimismo, che può essere tradito, la speranza cristiana è una certezza incrollabile. È la convinzione che Dio ci ama incondizionatamente, è sempre con noi e che siamo destinati alla vita eterna e alla felicità, indipendentemente dalle sofferenze o dagli ostacoli presenti.

La speranza è un’ancora. Come l’ancora raffigurata dai primi cristiani, la speranza offre stabilità e sicurezza nelle tempeste della vita. È una forza potente che ci sostiene, ci impedisce di affogare nella disperazione e ci incoraggia a perseverare anche di fronte a grandi difficoltà.

La speranza ci spinge avanti. La speranza è la «bambina» che porta fede e carità, vedendo non solo ciò che è, ma ciò che sarà. È una virtù vitale e attiva che ci spinge a vivere con coraggio nel presente, guardando al futuro con fiducia nelle promesse di Dio.

10. La vita è un’avventura che richiede coraggio, rischio e impegno per costruire pace e fraternità.

La vita non ci viene consegnata come un libretto d’opera: è un’avventura in cui dobbiamo lanciarci.

Abbracciare il cammino. La vita non è un copione predeterminato, ma un’avventura che richiede partecipazione attiva e disponibilità a correre rischi. Fallimenti e difficoltà fanno parte del percorso, ma non devono paralizzarci; offrono invece lezioni e opportunità di crescita.

Costruire ponti, non muri. Il vero progresso e la sicurezza derivano dal costruire relazioni, promuovere la fraternità e lavorare insieme, non dall’isolamento, dalla diffidenza o dal conflitto. Il coraggio della riconciliazione deve sostituire la codardia delle armi.

Essere artigiani del cambiamento. Siamo chiamati a essere protagonisti attivi nella storia, non spettatori passivi. Ciò significa combattere l’ingiustizia, prendersi cura del creato e seminare semi di pace e speranza, credendo che anche i gesti piccoli possano contribuire a un mondo più giusto e fraterno.

Ultimo aggiornamento:

Recensioni

4.36 su 5
Media di 1.4K valutazioni da Goodreads e Amazon.

Speranza è un’autobiografia intensa e coinvolgente di Papa Francesco, che offre uno sguardo profondo sulla sua vita, le sue convinzioni e la sua visione per la Chiesa e il mondo. I lettori apprezzano la sua umiltà, le idee progressiste e l’accento posto sulla misericordia e sull’inclusione. Il libro ripercorre la sua infanzia, le esperienze come sacerdote e affronta temi cruciali come il cambiamento climatico, la povertà e la giustizia sociale. Molti trovano il suo messaggio ispiratore e attuale, a prescindere dalla fede. Pur con qualche critica riguardo all’editing, la maggior parte delle recensioni consiglia caldamente la lettura per la sua saggezza, il suo umorismo e la sua visione carica di speranza.

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4.63
24 valutazioni

Informazioni sull'autore

Jorge Mario Bergoglio, conosciuto come Papa Francesco, è nato nel 1936 a Buenos Aires, in Argentina. Prima di diventare sacerdote nel 1969, ha lavorato come tecnico chimico e buttafuori. Salendo nei ranghi della Chiesa, è stato nominato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e cardinale nel 2001. Eletto Papa nel 2013, Francesco si distingue per la sua umiltà, la sua attenzione verso i poveri e il dialogo interreligioso. Pur mantenendo posizioni tradizionali della Chiesa su questioni sociali, ha promosso con forza l’impegno contro il cambiamento climatico e ha criticato il capitalismo sfrenato. Il suo pontificato si caratterizza per un approccio meno formale e un’enfasi particolare sulla misericordia di Dio.

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